“Il distretto industriale è a un bivio. O riesce a fare il salto in avanti e diventa un trust con le aziende che ne fanno parte, oppure muore”: Eustachio Nicoletti, 32 anni, amministratore delegato del gruppo di Matera che vende salotti in pelle in 70 Paesi del mondo, misura la crisi del made in Italy sul campo, dalla Murgia e dalla Basilicata, dove sono concentrate 530 imprese della filiera produttiva dei divani e delle poltrone.
Un trust per non restare strangolati dalla concorrenza globale. Giusto?
Sì, dopo il miracolo della qualità dei nostri prodotti, adesso dobbiamo difenderli per non essere spazzati via dai mercati. Pensiamo in grande: cartelli, consorzi, gruppi di acquisto delle materie prime.
Che cosa dovrebbe fare il trust?
Trattare insieme, con la somma dei nostri fatturati, le migliori condizioni possibili con i fornitori e le banche, e per i servizi. E andare uniti dai compratori. Per aumentare la nostra competitività.
Anche lei, per contenere i costi, ha dovuto delocalizzare alcune produzioni.
Bisogna essere realisti, anche per difendere il cuore del gruppo che batterà sempre a Matera. Per aggredire i mercati è necessario produrre sul territorio, con i vantaggi che offre. È una scelta strategica.
C'è un testimoniai che le piacerebbe reclutare per il suo brand?
Tom Ford. È l'uomo che, con il suo lavoro e la sua creatività, ha cambiato le tendenze della moda nel mondo.
Estratto da Economy del 5/01/05 a cura di Pambianconews