«Non credo che la competitività del nostro paese riuscirà ad arrivare al traguardo dei prossimi cinque anni. Ora dopo ora la stiamo perdendo. Il settore della moda subirà contraccolpi pesantissimi. Molte aziende falliranno e verranno chiuse e aziende cinesi compreranno brand italiani». E' il commento di Carlo Rivetti a capo di Sportswear Company. Per remare contro «bisogna puntare su prodotti innovativi e di alta gamma. Si devono ridisegnare le proprie aziende in base alle nuove abitudini del consumo. Preparasi a fare in Italia ricerca e innovazione e a delocalizzare le produzioni nei bacini del Far East e del Sud America».
Lino Fornari, presidente del gruppo Fornari, a cui fa capo Fornarina, marchio dinamico di moda giovane che già da qualche anno sta lavorando bene con il mercato cinese attraverso una joint venture con un produttore locale spiega: «In questo momento nelle strategie aziendali il consumatore viene prima di qualunque altra cosa. Ma, seguirlo direttamente non vuol dire che bisogna avere solo dei negozi diretti di vendita, che dobbiamo stringere rapporti più stretti con i negozianti. I produttori devono garantire ai negozianti la vendita di una certa quantità di prodotto. Noi garantiamo un sell out (vendita al pubblico) del 65%».
«A giocare un ruolo di primo piano nella competizione internazionale rimane sempre il prestigio del marchio, la forza del brand» commenta Renato Rossi, amministratore delegato della Sixty. E aggiunge: «Un'altra sfida è fare grossi numeri ma con prodotti di nicchia». Affermazioni che trovano d'accordo anche Claudio Buziol alla guida di Fashion Box a cui fa capo il marchio Replay: «La strategia è puntare verso l'alto di gamma. Fare prodotti di moda giovane, ma per il mercato alto. Quelle aziende italiane che come noi hanno fatto questa scelta, stanno andando bene mentre quelle che hanno deciso di scendere verso il basso di gamma hanno perso competitività».
Estratto da Affari & Finanza del 13/12/04 a cura di Pambianconews