Geox suona la campana per i marchi della moda. Il messaggio della matricola d'oro guidata da Mario Moretti Polegato è chiaro: questo è il momento buono per affrontare la strada della Borsa per chi può contare su un brand globalizzato. I destinatari sono i marchi del made in Italy per cui fino a oggi la quotazione in Piazza Affari è stato un passo rimandato o rimandabile.
In generale, la corsa di Geox dà corpo all'auspicio di Massimo Capuano, amministratore delegato di Borsa Italia, che qualche settimana fa, nel corso di un convegno organizzato da Pambianco Strategie di Impresa e da Banca Intesa, si era espresso in questi termini: «Geox può contribuire a sbloccare lo sbarco della moda in Piazza Affari». Secondo una ricerca di Borsa, sulla pista di lancio ci sarebbero 125 società con i requisiti per approdare in Piazza Affari. Un piccolo esercito che, secondo le stime degli uomini di Capuano, potrebbe aumentare di circa 10 miliardi la capitalizzazione della moda, portandola a coprire il 5% del valore del listino italiano (contro l'attuale 2,6% legato alle 13 società quotate).
Le possibili matricole sono medie imprese (38 hanno un fatturato superiore ai 100 milioni), con un rapporto debt/equity del 63% e «sono in gran parte a struttura familiare, ha aggiunto Capuano. Serve perciò una rivoluzione culturale». Anche per favorire il consolidamento, necessario per competere nel mondo. In Francia, le prime 10 aziende hanno un fatturato aggregato superiore ai 32 miliardi (dati 2002) contro i 16 italiani. Oltre confine lo shopping continua, mentre i gioielli italiani rischiano di finire nelle mani di colossi come Lvmh e Ppr.
Estratto da Borsa&Finanza del 11/12/04 a cura di Pambianconews