Mentre molti imprenditori e operatori del design erano affaccendati al Mebel di Mosca, l'ormai consueto appuntamento con il mercato russo, si è diffusa la notizia che Fimalac, la società finanziaria transalpina, ha affidato a Lazard la vendita di Cassina, di cui il gruppo francese possiede l'80%, mentre il restante 20% fa capo alla famiglia fondatrice.
I diretti interessati, Franco Cassina e il figlio Umberto, rispettivamente, presidente e vicepresidente della holding di famiglia, non vogliono rilasciare alcuna dichiarazione. Neanche sulla futura grande questione che si aprirà con gli eredi legati alla collezione «Cassina e I Maestri», a cui la società paga profumatamente i diritti come firmatario di licenza per riprodurne le opere nell'omonima e ormai famosissima linea d'arredamento.
Nel settore le voci su questo passaggio di mano sono le più svariate. C'è chi dice che la famiglia da tempo stesse cercando di mettere insieme una cordata con amici e alleati per riprendere il controllo della società e che di questo avesse parlato con il gruppo francese; discussioni, però, interrotte dalla mossa di Fimalac che qualcuno interpreta come il tentativo di far salire il prezzo valutato, secondo Le Figaro, intorno ai 60 milioni di euro. Altri ancora sostengono, invece che il compratore c'è già, forse francese, certamente del lusso. A spingere la vendita «il grande interesse che l'azienda suscita nel comparto del lusso e l'interesse per i servizi finanziari che Fimalac ha sempre avuto a discapito di quelli del settore produttivo-manifatturiero».
Estratto da CorrierEconomia del 29/11/04 a cura di Pambianconews