Nessun riposizionamento del marchio, ulteriore crescita dimensionale e rifiuto di ogni ipotesi di delocalizzazione produttiva. Mark Lee siede da pochi giorni sulla poltrona di presidente e direttore generale della divisione Gucci, ma ha già le idee chiare.
Dunque nessuna tentazione di massificare il prodotto per allargare il mercato?
Proprio no. Gucci continuerà a crescere ma in maniera coerente con la propria immagine e tradizione.
La forza dell'euro vi penalizza?
Il cambio euro-dollaro non aiuta: riduce i margini quando vendiamo negli Stati Uniti e toglie potere d'acquisto ai turisti americani quando comprano in Europa. Ma è un problema con cui facciamo i conti da qualche tempo, e non ha impedito alla Gucci di realizzare più di 166 milioni di Ebit nel periodo febbraio-luglio di quest'anno.
Tentazioni di delocalizzare?
Nessuna. Prima di Natale voglio incontrare personalmente i principali fornitori, per stringere ulteriormente il rapporto, e confermare la volontà di produrre tutto in Italia, perché la forza del marchio Gucci è nel made in Italy e in particolare nel made in Tuscany per quanto riguarda la pelletteria.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 24/11/04 a cura di Pambianconews