L'esempio più evidente è la nuova squadra creata in Versace dall'amministratore delegato Giancarlo Di Risio: Patrizia De Marchi alle risorse umane, Laura Manelli al retail, Loredana Nastro al commerciale e alle vendite. Perché «sono sicure e determinate», dice Di Risio spiegando la sua scelta. Anche molte altre delle ultime nomine della moda, però, sono andate nella stessa direzione.
E così non è un caso che oggi, non più solo un settore più tradizionale come la comunicazione, ma anche le risorse umane sono ad altissima presenza femminile, tanto che sta diventando più facile dire dove il «boss» è un uomo. Perché dà, Prada a Gucci, da Bulgari a Ferragamo, da Zegna a Tod's a Versace la gestione del personale è, infatti, affidata a manager donna. Che rispondono ai nomi di Teresa Cirillo (Prada), Karen Lombardo (gruppo Gucci mondo), Flavia Spena (Bulgari), Nadia Furfano (Ferragamo), Linda Tyler (Zegna), Antonella Padova (Tod's), Patrizia De Marchi (Versace). Settore, questo, in cui una delle antesignane è stata Concetta Lanciaux, braccio destro di Bernard Arnault, e appunto responsabile delle risorse umane mondiali di Lvmh.
Limitandoci al solo ambito manageriale, ed escludendo quindi le stiliste, le donne salgono anche più su: il modello è Rose Marie Bravo, di Burberry. Accanto a Cristiana Ruella, storico direttore affari generali di Dolce & Gabbana (ma nel gruppo c'è un altro nome di peso come quello di Gabriella Forte), abbiamo Sara Ferrero come direttore generale di Furla, e, tra le nomine dell'ultimo anno, Alessandra Carra oggi general manager di Ralph Lauren Italia ed Antonella Tomasetti direttore generale di Moschino. Ed è in arrivo anche il salto, nelle forme ma già effettivo nella sostanza, di Barbara Falcomer da capo del marketing ad amministratore delegato di Montblanc Italia: nel gruppo sarà la prima donna a ricoprire questa posizione.
Estratto da CorrierEconomia del 22/11/04 a cura di Pambianconews