«Di fronte al dollaro debole c'è poco da fare. Stiamo provando grandi difficoltà a competere sul mercato americano. Ancora due o tre anni fa avevamo utili nell'ordine del 12-13%. Oggi lottiamo per mantenere il 4,9%». Se lo dice Pasquale Natuzzi, il re del divano made in Italy Natuzzi, l'imprenditore che esporta negli Usa la metà della sua produzione vuol dire che la situazione è proprio grave.
È tutta colpa del dollaro?
«Basta fare due conti per accorgersi che è così. Nel 2001 il valore medio dell'euro era di 0,89 centesimi di dollaro pari a 2.164 lire. Ieri eravamo a quota 1,30 con un differenza di 0,41 centesimi come dire 675 lire. In termini percentuali c'è una differenza del 31%, un vero disastro. Ma non è tutto».
In concreto cosa succede?
«Succede un disastro. Guardi anche io ho una fabbrica a Shanghai e fra pochi giorni ne aprirò una seconda molto più grande. Ebbene, i miei stabilimenti in Cina hanno costi inferiori del 30 per cento rispetto a quelli italiani. Questo vuol dire che quando i cinesi si presentano sul mercato americano hanno un vantaggio del 60 per cento sugli europei: 30 punti sono dovuti al cambio, gli altri 30 al “sistema Paese”. Per un paese come gli Usa, così sensibile al prezzo, si tratta di una differenza devastante».
Eppure la Natuzzi continua ad essere in utile. Come fate?
«È durissima: facciamo tanto marketing, tanta innovazione di prodotto, molta comunicazione. Poi abbiamola forza del marchio, le nostre catene di negozi, lo stile, la nostra esperienza. Un altro vantaggio è un indebitamento pari a zero».
Estratto da La Repubblica del 18/11/04 a cura di Pambianconews