Luxottica e De Rigo sono al centro del processo di polarizzazione che contraddistingue il settore dell'occhialeria. Il primo appare l'approdo più probabile di Marcolin, i cui ricavi saranno dimezzati dal passaggio della licenza Dolce & Gabbana proprio alla scuderia di Leonardo Del Vecchio. Quanto a De Rigo, lavora a una fusione con l'americana Viva, che vale un fatturato di 120 milioni di dollari (con un utile operativo dell'8% sul giro d'affari).
De Rigo e Viva nel luglio scorso hanno sottoscritto un accordo di distribuzione incrociata dei brand in portafoglio. «Abbiamo scelto di muoverci per gradi, sostiene Maurizio Dessolis, chief financial officer di De Rigo, ma non abbiamo abbandonato la via maestra della fusione. Stiamo negoziando, non è una pura questione di prezzo».
I fratelli Ennio e Walter De Rigo possiedono il 74% dell'azienda di famiglia, Harvey Ross detiene il 95% di Viva. Nessuno intende fare il mero mestiere di azionista, la trattativa chiama in causa ruoli gestionali e regole di corporate governance. «Siamo fiduciosi di definire in tempi celeri gli assetti futuri post fusione, dice ancora Dessolis, dopo di che concluderemo il processo di quotazione a Piazza Affari. Se abbiamo messo in standby il collocamento a Milano, dipende dalla volontà di maturare prima l'integrazione con Viva».
Estratto da Affari & Finanza del 8/11/04 a cura di Pambianconews