Manlio Cocchini, amministratore delegato di Gilmar, industria di abbigliamento il cui marchio di punta è Iceberg, non è certo ottimista sulle prospettive del settore, ma resta convinto che occorra «indossare gli occhiali rosa» e trovare nuove vie di sviluppo.
«Nelle aziende, dice Cocchini, c'è un po' di stasi di progettualità: bisogna avere approcci creativi nuovi, e noi cerchiamo di farlo anche dando spazio a nuovi talenti». Gilmar, che chiuderà l'anno con ricavi per 120 milioni, in aumento del 15% rispetto al 2003, punta a restare nel segmento del lusso, ma guarda anche ai giovani, con il varo di una linea IceJ per teen-ager, a prezzi più contenuti, che ha già venduto 100mila capi.
Il fattore prezzo ha un peso rilevante? «Dipende, risponde Cocchini: nella fascia alta fa premio la qualità, e oggi il consumatore è molto più attento a ciò che compra di un tempo. Man mano che si scende, invece, il prezzo è sempre più determinante, e chi sta in mezzo soffre».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 28/10/04 a cura di Pambianconews