E adesso su Gucci voleranno le carte bollate. L'improvviso allontanamento di Giacomo Santucci dalla carica di amministratore delegato della divisione Gucci avrà senz'altro ripercussioni legali. Il cambio della guardia è stato brusco e anche di inusuale in eleganza, essendo stato reso pubblico con un comunicato gelido in cui si annuncia che l'incarico di Santucci «è stato concluso». Neanche i ringraziamenti di rito, che forse Santucci meriterebbe anche nella sostanza, avendo gestito il difficile passaggio di Gucci al dopo-De Sole e Tom Ford.
Dentro il gruppo la tensione è altissima e insistenti sono le voci di nuove uscite. Vicino alle dimissioni sarebbe, secondo i rumors, Emilio Foà, controller di Gucci già al tempo di Domenico De Sole. E con un piede sulla porta vengono indicati manager della divisione finanza, guidata da Alexis Bebeau. Insomma, un nuovo terremoto. Che potrebbe non essere finito se, come qualcuno ipotizza, finirà per coinvolgere nei prossimi mesi anche lo stile. Un'altra volta ancora.
Così, adesso, ci si domanda, per esempio, chi arriverà a sostituire Santucci, dando come per scontato che non sarà più un italiano a gestire la divisione più importante e redditizia del gruppo del lusso. Un po' com'era accaduto a un altro marchio del made in Italy, Fendi, di proprietà del colosso Lvmh, dove la sostituzione di Giancarlo Di Risio (oggi in Versace), con Michael Burke, ex Dior, ha portato a quella francesizzazione del brand molto criticata.
Estratto da CorrierEconomia del 25/10/04 a cura di Pambianconews