L'Olimpia basket è solo il punto di partenza. Perché poi Giorgio Armani dalla sua nuova passione (la squadra «delle scarpette rosse», sponsorizzata AJ, Armani Jeans) passa al vecchio amore: Milano. Una città che merita «più attenzioni».
Il jeans è come lo sport. Accomuna tutti.
«Come la musica. Esiste un filo comune».
La moda e i privati, allora, possono fare molto per lo sviluppo della città?
«Quando cerco di sistemare le aiuole davanti al mio Emporio, quando esigo che la fontana dedicata a Pertini sia pulita, non lo faccio perché la sporcizia non va bene. Ma perché Milano fa una figura terrificante. E' un impegno minimo che in qualche modo dovrebbe adempiere il Comune. Non si può lasciare la città nel degrado. Non pretendo che si bonifichino i quartieri, ma le cose più evidenti, più immediate: lì si deve intervenire».
E le periferie? Vanno rivalorizzate?
«Il centro è deserto alla sera. Non so se considerarla una partita persa. Forse c'è la possibilità di far vivere le periferie. Ci sono realtà immobiliari, le vecchie industrie, che sono interessantissime: guardiamo cosa accade a New York, Parigi, Londra».
Estratto da Corriere della Sera del 7/10/04 a cura di Pambianconews