Si possono aprire negozi importanti, progettati da architetti di grande fama, con vetrine spettacolari, lontano dalle solite strade del centro, dal famoso quadrilatero di cui, però, interessano soprattutto due lati, via Montenapoleone e via Spiga. A Milano se lo sta chiedendo la moda, che ha già ritenuto un gesto molto ardito l'apparizione della boutique Dolce & Gabbana in corso Venezia, per non parlare della scelta di installare un Emporio in via Manzoni da parte di Giorgio Armani. Operazione che, per la verità, ha riqualificato la strada, aumentando il valore degli immobili.
Instancabile, per il suo Armani Jeans lo stilista si è spinto fino in corso di Porta Ticinese, inaugurando la scorsa settimana uno spazio di particolare suggestione: 470 metri quadrati che Massimiliano e Doriana Fuksas hanno strutturato con materiali sorprendenti di uso industriale, in una sequenza di linee curve che richiamale onde. Come gli Empori, anche Armani Jeans è fornito di un bar che promette un servizio speciale per I'happy hour. Ora, è proprio Armani che in un'intervista al Corriere della Sera ha teorizzato «l'allargamento della città», spiegando che «la gente ha voglia di spostarsi. Bisogna aiutare questa tendenza senza far morire il centro, che non può diventare soltanto un insieme di boutique».
Vittorio Giulini, amministratore delegato della Liolà e oggi vicepresidente di Sistema moda Italia, l'associazione confindustriale del tessile-abbigliamento della quale è stato a lungo il presidente, al tema aveva dedicato anche un convegno, sottolineando il valore sociale dei negozi e, come imprenditore, ha sempre privilegiato questa geografia decentrata dei punti vendita. «A Milano siamo in Ripa di Porta Ticinese e all'Isola, in piazza Segrino, due quartieri tradizionali ma anche di grande sviluppo. Quando nel 1986 decidemmo di dotare l'azienda di famiglia di una rete commerciale, abbiamo subito deciso di radicarci nel territorio, e non di barricarci in centro».
Estratto da CorrierEconomia del 4/10/04 a cura di Pambianconews