L'utile torna di moda per le imprese italiane del Fashion. Chiedete a Miss Sixty, l'azienda di Chieti guidata da Wicky Hassan e Renato Rossi che campeggia in cima alla classifica dei gruppi che hanno incrementato il fatturato. Ma la stessa domanda vale anche per molte altre griffe, che secondo l'indagine di Pambianco Strategie di Impresa stanno recuperando mercato e redditività. È il caso di Burani, che nel primo semestre 2004 ha aumentato il fatturato del 14,6%, dei big degli occhiali Luxottica (+9,7%) e Marcolin (+13,4%), della Tod's di Renato Della Valle (+11,9%), di Bulgari (+6,4%) e via di seguito.
A ridosso delle sfilate di Milano, la Moda italiana tira un sospiro di sollievo. Era dal 2001, l'anno delle Torri gemelle, che i numeri non davano segni di ripresa. Ma il trend è chiaro. E corre anche la redditività media, che tocca quota 6,9%, con punte del +9,6% per Bulgari e del +7,9% per Benetton. Quindi meglio, anzi, molto meglio, rispetto ai grandi marchi stranieri, che alla voce fatturato l'anno scorso hanno registrato tutti il segno meno: Lvhm (-0,8%), Tiffany (-3,6%), Hermes (-5,8%), Hugo Boss 8-5,8%) e Escada (-19,8%).
Ma anche oltre frontiera ci sono segni di ripresa. Anzi, sempre secondo lo studio di Pambianco il raffronto tra le semestrali delle imprese del Fashion italiane e estere premia i gruppi stranieri, che segnano mediamente un aumento del fatturato (+9,1%) e dell'utile (8%). Merito anche di alcune griffe emergenti a basso costo, come gli spagnoli di Zara (che fa capo al fashion retailer Inditex e che prevede per quest'anno un fatturato record di 4 miliardi di euro). In forte crescita anche un'altra griffe iberica, Mango (704 negozi in mezzo mondo) o gli svedesi di H&M.
Estratto da Il Tempo del 24/09/04 a cura di Pambianconews