Imprenditore tessile, presidente della Camera della moda italiana e, da meno di un anno, della Camera di commercio italo-slovacca. Mario Boselli può valutare il sistema moda da tre punti di osservazione privilegiati.
Si parla molto di Cina. Perché avete scelto invece la Repubblica slovacca?
La Cina è una grande opportunità. Lo si dice ed è vero. Ma non è l'unico Paese da prendere in considerazione per delocalizzare la produzione. Come imprenditore, ho scelto la Repubblica slovacca già dal 1999 e da poco meno di un anno sono presidente della Camera di commercio italo-slovacca. Come presidente della Camera della moda mi sento di consigliare questa soluzione a molti miei colleghi del tessile, in particolare per i prodotti di fascia media. Quelli di fascia molto alta è più saggio continuare a produrli in Italia, dove il know how che si può trovare nei distretti, ad esempio, è tuttora imbattibile.
Quali sono i vantaggi concreti di una delocalizzazione, almeno parziale, in Slovacchia?
Innanzitutto il costo del lavoro, pari a un sesto di quello italiano. Nessuno può nascondere che questi ultimi siano stati, per il nostro settore ma non solo, anni molto difficili. Per questo l'incidenza del costo del lavoro è così importante. Ma anche sulla bolletta elettrica abbiamo grandi risparmi. Per il tessile, il costo dell'energia è un'altra voce molto importante: in Slovacchia paghiamo fino a metà di quello che paghiamo in Italia.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 9/09/04 a cura di Pambianconews