Moda, ambiente, immobili, banche. Gli interessi del Gruppo Burani spaziano come deve essere per una holding di investimento. Abbiamo un modello di diversificazione in business ad alto valore aggiunto e tassi di crescita superiori alla media. É così che scegliamo i nostri investimenti, spiega Giovanni Burani, amministratore delegato di Mariella Burani Fashion Group.
Siete presenti in settori molto diversi fra loro.
Siamo focalizzati nel lusso e nella moda con Mariella Burani. La diversificazione nel settore ambiente risale agli anni ottanta con la Italdreni, oggi Greenvision. Mio padre Walter credeva fin da allora all'importanza del tema ambiente, per cui la sensibilità sta crescendo con il passar degli anni. Anche nel settore immobiliare operiamo da vent'anni, mentre l'ingresso nell'azionariato delle banche è più recente e risponde a una logica di investimenti in un settore che era sottovalutato.
Una logica da holding?
Si tratta di tutti investimenti strategici perché hanno grandi potenzialità e un alto valore aggiunto. Una tipica logica da holding di partecipazioni, quindi. Ma per noi è anche molto importante il presidio di ogni ramo industriale e lo facciamo attraverso un management qualificato che è anche coinvolto nell'azionariato delle singole società.
Si è parlato di un possibile delisting, lo escludete?
Non escludiamo nulla, ma privilegiamo ciò che massimizza valore per gli azionisti, soprattutto di minoranza. Cerchiamo, quindi, di assecondare il mercato, all'interno però di un disegno industriale. D'altra parte crediamo nel mercato visto che abbiamo quotato Mariella Burani nel 2000, quando i listini cominciavano a scendere, e ora Greenvision.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 1 agosto 2004 a cura di Pambianconews