Così è arrivato il personal shopper: uomo o donna, esperto in moda e beni di lusso, poliglotta e con una predisposizione alle pubbliche relazioni. Una figura attraente che dai famosi Department Store del lusso americani ha trovato i suoi seguaci anche nelle principali città europee. Il nuovo servizio si è trapiantato a Londra da Harrods e Selfridges, a Parigi alle Galeries Lafayette e da Printemps, e a Berlino al Quartier 206 e da Kaufhaus des Westens.
E buon ultima è arrivata anche l'Italia, che ha saputo cogliere il suggerimento solo lo scorso anno, trasformando il personal shopper in una sorta di valore aggiunto agli acquisti, una figura a metà tra una vera consulente d'immagine, una guida turistica e una segretaria personale. Non più un addobbo da Grandi Magazzini, ma piuttosto una figura capace di muoversi con disinvoltura tra le vie dello shopping e della cultura della città, al modico prezzo di 40 euro all'ora.
La prima a intravedere l'affare è stata Barbara Boeris, titolare dell'agenzia torinese Timeline, che ha dato inizio alle danze con le sfilate milanesi del 2003. “A distanza di un anno e mezzo, racconta la Boeris, le richieste arrivano in continuazione e le agenzie concorrenti spuntano come funghi”. E non c'è da dubitarne. Basta digitare la parola “personal shopper” su un motore di ricerca internet e contare i risultati: 5.300 pagine.
Estratto da Finanza&Mercati del 23/07/04 a cura di Pambianconews