Nella prima parte di quest'anno, sia l'attività produttiva che le vendite del settore abbigliamento-maglieria-calzetteria (AMC) si sono stabilizzate. Queste indicazioni, già evidenti nella scorsa indagine congiunturale (Marzo 2004) vengono confermate dai dati raccolti, fra marzo e giugno presso un campione di 250 aziende associate e non associate.
Dal lato della domanda, se le stime comunicate dalle aziende con riferimento al secondo trimestre, dovessero essere confermate, i mercati esteri evidenzierebbero per il terzo trimestre consecutivo un andamento in crescita (+2%), mentre residue difficoltà sembrano continuare a caratterizzare la domanda interna.
In termini di attività produttiva , gli impulsi più positivi hanno continuato ad interessare la componente delocalizzata (che nelle stime preliminari per il secondo trimestre ha mostrato gli incrementi più consistenti dell'ultimo triennio) che contribuisce ormai per quasi il 18% alla definizione del mix d'offerta complessivo delle aziende italiane.
Anche l'attività produttiva realizzata in Italia (sia internamente che presso terzisti) evidenzia comunque timidi segnali di recupero e continua a rappresentare oltre i 4/5 dell'offerta complessiva.
Nel mercato del lavoro si sono invece continuati a manifestare gli effetti del lungo ciclo recessivo e, anche per il secondo trimestre di quest'anno, si scontano cedimenti dell'ordine del -1,6%. Tale dato, se confermato, si configurerebbe come il settimo cedimento in a row: in altri termini ci si avvicinerebbe alla soglia dei due anni consecutivi di flessione occupazionale.
A fronte dei segnali di stabilizzazione del fatturato e dell'attività produttiva settoriale i dati più preoccupanti, emersi dall'indagine, oltre che alle dinamiche del mercato del lavoro, fanno riferimento alla mancata realizzazione delle aspettative di ripresa per la prossima stagione invernale A/I 2004-2005.
Infatti, ad inizio campagna le aziende del campione prospettavano incrementi reali dell'1,3% per gli ordinativi provenienti dall'estero e solo un lieve cedimento per il mercato nazionale (-1,1%); questi andamenti si sarebbero dovuti riflettere, nel loro complesso, in un arresto della lunga fase ciclica negativa che ha interessato il settore dalla primavera-estate del 2002.
I dati definitivi comunicati dalle aziende a fine campagna non hanno confermato tali previsioni, soprattutto a causa di un andamento degli ordini esteri decisamente meno favorevole del previsto: rispetto alle sopramenzionate previsioni di inizio campagna, infatti, i dati definitivi evidenziano un nuovo cedimento (-1,4); sul fronte interno, inoltre, la flessione effettiva (-2,7% in termini reali) è risultata di magnitudo più che doppia rispetto alle previsioni.
L'appuntamento con la ripresa viene quindi ulteriormente rinviato e le speranze degli operatori si concentrano sulla raccolta ordini per la prossima Primavera-Estate (P/E 2005) che alimenterà l'attività produttiva dell'ultima parte del 2004. In questo senso, il sentiment prevalente fra gli operatori (raccolto nelle recenti fiere di settore) sembra sensibilmente migliorato, anche se i rischi di una nuova falsa partenza non possono dirsi completamente scongiurati.