L'abbigliamento made in Italy continua a piacere agli americani. Specie se ricchi. Lo conferma Howard Socol, numero uno di Barney's, una delle mete preferite delle fashion victim a New York.
Che bilancio fa di questi primi sei mesi del 2004?
La spring season, cioè i primi quattro mesi dell'anno è andata benissimo. Parlo del nostro settore, quello di prodotti di alta gamma. L'aumento delle vendite nei nostri negozi è stato del 20%. E la maggior parte di questo aumento è relativo a marchi europei, anzi, a marchi italiani e francesi.
I dati del primo semestre sono un segnale della tanto sperata ripresa?
Sono in partenza per l'Europa e credo che sarà interessante capire gli umori dei compratori e del mercato in generale. So che la situazione americana è diversa da quella europea: qui sono in molti a parlare di ripresa. Io mantengo un cauto ottimismo, perché veniamo da anni difficili che spero siano davvero dietro le spalle, anche se noi non possiamo poi lamentarci, tutto sommato.
Cosa pensa del supereuro?
Siamo in realtà preoccupati. O meglio: seguiamo con attenzione l'andamento del cambio. Non è nell'interesse di nessuno che il dollaro continui a essere così debole. Sappiamo infatti che i produttori europei, se non lo hanno già fatto, saranno costretti a ritoccare i listini all'insù. E questo, ripeto, non va bene neppure a noi: il rapporto prezzo-qualità si calcola anche per i beni di lusso e i nostri clienti, per quanto ricchi, sono anche molto attenti.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 24/06/04 a cura di Pambianconews