Il terremoto e il nuovo corso della Fiat sono l'espressione più evidente della nuova stagione del capitalismo familiare italiano, ma non ne sono l'unico segnale. Al di là di casa Agnelli, l'addio del conte Pietro alla Marzotto dopo una stagione di dissidi e di incomprensioni, la successione al vertice del gruppo Orlando e soprattutto le lungimiranti parole di Leonardo Del Vecchio sul ruolo crescente dei manager nel futuro della Luxottica tengono banco sulla scena industriale e finanziaria.
«Nella parte più consapevole del capitalismo familiare si afferma sempre più nettamente, osserva uno storico dell'economia come Giulio Sapelli, l'importanza della divisione tra proprietà e gestione e dell'apertura a nuovi attori del processo di sviluppo delle imprese, ma questo processo non è uniforme e sta segmentando il capitalismo italiano».
Dagli Agnelli ai Marzotto, a Del Vecchio la molla delle novità, non sempre dello stesso segno, che percorrono il capitalismo familiare resta principalmente il cambio generazionale in atto o alle porte e le sue ripercussioni sugli assetti proprietari e sugli stili di conduzione delle imprese.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 23/06/04 a cura di Pambianconews