Racconta Giovanna Furlanetto che l'altra mattina era insieme a un nuovo designer di gioielli da poco arrivato in azienda e stava cercando di trasferirgli la filosofia di Furla: fare cose di buon gusto alla portata di tutti. Sta probabilmente qui, in questo trasferimento continuo di idee, principi, conoscenze, nel rapporto tra i giovani e gli «esperti», che si colloca la specificità di Furla.
Come la stragrande maggioranza delle aziende italiane, Furla è una realtà a carattere familiare. Lo scorso anno ha realizzato 85 milioni di euro di fatturato e ne prevede quest'anno (l'esercizio chiude a ottobre), 108. Una tipica media impresa italiana, di quelle di cui oggi molto si discute per la necessità di crescere di dimensione e di affrontare il passaggio generazionale nella famiglia dell'imprenditore.
E il futuro? «Se potessi congelare l'azienda così com'è oggi mi starebbe bene. Ma non è possibile: siamo condannati a crescere. Oggi stare fermi vuol dire arretrare. La cosa importante è non montarsi mai la testa, ricordarsi che ci sono fasi di sviluppo e fasi di riflessione. Furla esce da una fase di riflessione e da un importante avvicendamento del team, sono molto orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto al nostro interno. Ora vedremo persone della Borsa, non perché ci siano operazioni in corso, ma per conoscere. Vogliamo sempre tenerci preparati. Come azienda dobbiamo capire cosa fare da grandi, se andare in Borsa o pensare a un'alleanza strategica».
Estratto da CorrierEconomia del 21/06/04 a cura di Pambianconews