Vittorio Radice, l'uomo a cui erano stati affidati i destini dei settori casa e abbigliamento di Marks & Spencer (M&S), pari a oltre metà degli oltre 8 miliardi di sterline di ricavi del gruppo (12 miliardi di euro), ha lasciato ieri la società con effetto immediato. La decisione, presa consensualmente con il nuovo Ceo, Stuart Rose, era nell'aria. Rose, che ha un'ampia esperienza nell'abbigliamento, ha deciso di serrare i ranghi nel momento del pericolo di fronte alla scalata lanciata dal re del “pret-a-porter” Philip Green, peraltro impegnato in queste ore in una contro-offerta dopo che la prima avance era stata bocciata perchè troppo bassa. Di Radice Rose ieri ha detto: «Lo avrei tenuto volentieri, ma francamente mi pareva che avesse comunque deciso di andarsene». Al posto di Radice ieri è stato nominato Maurice Helfgott, che guidava la divisione alimentare. A chi ha fatto notare la contradditorietà della scelta, Rose ha detto che Helfgott in passato ha operato nell'abbigliamento.
Come mai ha deciso di troncare così presto un'esperienza che poteva portare a interessanti risultati?
Il quadro oggi è completamente cambiato. La società è nel mirino di Green e il nuovo top management deve operare in modo rapido e aggressivo per respingere l'attacco, serrando i ranghi. Le mie capacità in quest'ambito non sono più una priorità per l'azienda. I miei progetti potevano svilupparsi solo in un quadro generale di stabilità. Siamo in un momento di emergenza e non è il momento di guardare a progetti che hanno bisogno di tempi lunghi per affermarsi.
A un certo punto girava voce che lei potesse prendere la guida di Gucci. Ha rimpianti nel non avere accettato?
A Gucci ho detto subito di no perchè volevo proseguire nell'impegno preso con M&S per portare avanti il mio esperimento.
E ora cosa farà?
Innanzitutto mi prendo una lunga vacanza. Ho voglia di rilassarmi un poco.
E poi?
E poi mi guarderò in giro. Le offerte non mancano.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 10/06/04 a cura di Pambianconews