Non sono soltanto grandi imprese come De' Longhi, Riello e Piaggio a delocalizzare in Cina. Ma ce ne sono anche di medio-piccole e operative in business diversi dal meccanico. Addirittura nei beni di lusso come It Holding che, dopo gli occhiali, ora ci prova anche con l'abbigliamento. «Da oltre un anno – dichiara Luca Solca, vice presidente esecutivo di It Holding – Allison, la nostra società di occhialeria, realizza parte della produzione in Cina con risultati eccellenti. Ora abbiamo avviato, d'accordo con le nostre maison, un percorso sperimentale nell'abbigliamento a partire dalle prossime collezioni autunno-inverno. Ci appoggiamo a partner che soddisfino i nostri standard di qualità e servizio moda».
L'anno scorso It Holding ha realizzato ricavi per 668 milioni da marchi propri (Ferré, Exté, Malo) e in licenza (D&G, Versace jeans, Versus, Just Cavalli), compresi i 57 milioni di Allison. La società, che ha i suoi stabilimenti in Molise, è uno dei leader nel pret-à-porter giovane. «Oggi – aggiunge Solca – l'abbigliamento realizzato in Cina pesa sul fatturato per qualche punto percentuale, mentre per l'occhialeria siamo già alla doppia cifra. La crescita in Cina dipenderà dal livello di soddisfazione e non escludo che in futuro si avvii una piattaforma di proprietà».
Il recupero di qualche punto percentuale di costi giustifica la delocalizzazione di un bene di lusso? «Sono d'accordo solo in parte – conclude Solca -. La catena del valore è molto lunga e il prezzo finale risulta, spesso, moltiplicato rispetto a quello del produttore. Quindi partire con un prezzo “leggero” è importante per il consumatore finale: può aprire nuovi spazi di competizione e nuovi mercati».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 7/06/04 a cura di Pambianconews