Bruno Magli, società acquisita nel 2001 da Opera, fondo partecipato dal gruppo Bulgari, affronta il rilancio. A breve verrà nominato un nuovo amministratore delegato che in un primo tempo potrebbe affiancarsi all'attuale “risanatore” di aziende Luca Ramella. Quest'ultimo è stato chiamato nel novembre 2003 dopo l'uscita non proprio “all'acqua di rose”, con una ventilata ipotesi di azione di responsabilità, di Eugenio Morselli e Alexander Zschokka, cui era stato affidato il compito di rilanciare il marchio al momento dell'acquisizione. Fino all'anno scorso proprio Morselli si dichiarava convinto che la rinascita della firma dovesse passare attraverso una massiccia apertura di negozi. Realtà oggi, decisamente, sfumata.
I problemi diella Bruno Magli hanno origini statunitensi. La società Bruno Magli Usa ha chiesto ed ottenuto in aprile dalla corte del Texas, l'applicazione del Chapter 11, il famoso articolo 11 del Federal Banckruptcy Code, impossibilitata ormai a far fronte alle spese di gestione dei negozi monomarca aperti negli ultimi tre anni. Una sorta d'amministrazione controllata con il fine di riordinare i conti e risanare la società evitando il fallimento. Oggi la griffe si ritrova con una lunga fila di creditori da pagare, dai piccoli calzaturieri italiani che producono scarpe, ad aziende che hanno lavorato per il gruppo nella realizzazione dei negozi oltreoceano fino alle case editrici sulle cui testate usciva la pubblicità del marchio, e alla compagnia telefonica AT&T. In tutto svariati milioni di euro.
Spiega Preti: «La ristrutturazione finanziaria è stata compiuta ed il debito non operativo è stato spostato in una holding. Prevediamo un ritorno alla redditività nel 2005. L'anno scorso abbiamo registrato vendite per circa 65 milioni di euro e abbiamo l'obiettivo di raggiungere 57,5 milioni quest'anno e circa 88 milioni nel 2006. Ma l'operazione potrà dirsi conclusa con successo quando avremo venduto o quotato l'azienda». Tra i punti di forza attuali del gruppo oggi c'è il Giappone: «Paese dove il marchio è molto forte», e dove in aprile è stato inaugurato un monomarca di tre piani in joint venture con il partner locale Itochu Kanematzu, oltre a sette corner in postazioni prestigiose.
Estratto da Affari & Finanza del 7/06/04 a cura di Pambianconews