Per le banche che hanno passato al setaccio il business plan 2004-2006, Geox varrebbe circa 1,5 miliardi di euro. Quasi un primato per la società di Montebelluna (cittadina di 26mila anime in provincia di Treviso) fondata nel 1995 da Mario Moretti Polegato. «Il nome l'ho inventato io, deriva dall'incontro tra Geo, terra in greco, e la lettera x. A testimoniare il connubio tra il millenario mondo della natura e il futuro». Non è certo un tipo modesto, il signor Polegato, ma i numeri di oggi premiano la tenacia dell'imprenditore-inventore. E la lunga marcia delle scarpe che respirano a ottobre taglierà il traguardo di Piazza Affari. Il dossier della quotazione sarebbe in mano a Lazard e prevede il collocamento di circa il 25% del capitale con un'offerta mista (Opv più sottoscrizione).
Difficilmente il titolo potrà essere classificato nel settore del lusso, dove la media dell'industria vale 21 volte gli utili del 2004 e 20 quelli del 2003. La Borsa servirà a Polegato per accelerare la crescita soprattutto negli Stati Uniti dove oggi il gruppo veneto realizza solo il 5% delle vendite (il 63% in Italia e il 30% negli altri Paesi europei). Dal canto loro le banche scommettono su un'azienda che, secondo una recente indagine di Mediobanca, è prima nella classifica dei gruppi italiani con i maggiori ritmi di crescita, avendo superato nel 2002 parametri di incremento annuo del 20% sul fatturato e del 4% sull'utile netto. Il 2003 è stato chiuso con un fatturato netto di 254,1 milioni (+41%), un ebitda a 50,3 milioni (+61%), 6,6 milioni di paia di scarpe vendute (4,7 nel 2002) e un balzo dell'utile netto del 58% a 30,7 milioni.
L'obiettivo di Polegato è raggiungere 550 milioni di ricavi e 160 milioni di ebitda nel 2006 con un tasso medio di crescita del 30%, ma già nel 2005 l'attesa è di 123 milioni di mol (26,6% rispetto al fatturato). Ai conti si aggiunge l'espansione dei punti vendita nel mondo: dopo l'inaugurazione del negozio di Madison Avenue a New York e le imminenti aperture di Hong Kong e Tokyo, il gruppo chiuderà il 2004 con circa 270 boutique, di cui un centinaio all'estero. L'Archimede del Nord Est che inventa scarpe dalle suole bucate dove esce l'aria e non entra l'acqua pensa alla Borsa dal 2001, in attesa solo del momento giusto che sembra essere arrivato.
Vedi tabella che segue
Estratto da Finanza&Mercati del 25/05/04 a cura di Pambianconews