Fuori le unghie e via al contrattacco. Da troppo tempo l'Italia delle imprese sembra adagiata fra tatticismi e depressione, impaurita dalla globalizzazione ed in particolare dal fenomeno Cina. Il momento poco favorevole non giustifica certo una chiusura in difesa perchè le imprese hanno uno potenziale d'attacco ancora sicuramente valido quanto scarsamente utilizzato. È un segnale di riscossa quello che arriva da Vicenza, da un convegno promosso dalla Banca Popolare proprio per analizzare le strategie di contrattacco del made in Italy. Un segnale nel quale confluiscono le tante ricette finora stilate per affrontare il mercato-mondo, dall'innovazione alla crescita dimensionale, ma che trova anche nuovi spunti a supporto.
«Non c'è nulla di strano in un calo dell'export, ha detto Innocenzo Cipolletta, è il segnale che nuovi Paesi si sono affacciati sui mercati: l'importante è aumentare prodotto e valore». «È ora di finirla di mostrarci intimiditi dalla Cina, ha detto Roberto Colaninno, noi abbiamo un patrimonio di mestieri che possiamo andare a trasmettere in quel Paese e su questo siamo straordinariamente competitivi. Sappiamo fare le cose e le facciamo bene. È evidente che ci sono delle difficoltà ma bisogna puntare a favorire questa migrazione senza pensare ad alcun disarmo in casa nostra».
Idea condivisa da Alessandro Benetton per il quale tutto questo va supportato da una integrazione in rete dei distretti, da una specializzazione della finanza mirata alle nuove necessità dell'impresa ma anche da una grande flessibilità normativa e culturale che semplifichi e favorisca l'accesso al mondo della ricerca e sviluppo e tenga conto della possibilità di insuccessi, condizione di base per arrivare a solidi successi.
Una questione quella della flessibilità, su cui ha calcato la mano anche Leonardo Del Vecchio chiedendo più libertà di movimento per le aziende in modo da garantire la possibilità di tarare rapidamente lo sviluppo sul mercato. «Il tutto, ha sottolineato il presidente di Luxottica, puntando ad entrare in possesso delle leve di comando, com'è avvenuto nel nostro caso con la scelta di acquisire la distribuzione».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 18/05/04 a cura di Pambianconews