Gianni Versace corregge la rotta nell'abbigliamento femminile e decide di aumentare del 20% gli investimenti in pubblicità e marketing nella seconda metà dell'anno. La casa di moda milanese guidata da Santo e Donatella Versace ha scelto di concentrare le proprie risorse sullo sviluppo delle pre-collezioni: in pratica meno alta moda e più prét-à-porter. Questo, sostiene l'azienda, consentirà di far convergere le risorse, in termini di fondi ma anche di uomini, sul design, la produzione e la distribuzione di questo settore, destinato ad acquisire un'importanza sempre maggiore.
Alla base della decisione ci sono anche i risultati raggiunti nei primi mesi dell'anno. Il direttore generale Daniele Ballestrazzi ha sottolineato che «il business dell'abbigliamento femminile è reduce da due stagioni molto significative. Le vendite al dettaglio della collezione primavera-estate 2004 all'inizio di maggio registravano un aumento del 28% rispetto allo scorso anno. Nello stesso tempo le vendite wholesale, alla distribuzione, della collezione autunno-inverno sono cresciute del 22%. Sulla base di questi risultati, ha aggiunto Ballestrazzi, la riallocazione delle risorse si dimostra coerente con la strategia di forte impegno sul core business per migliorare la redditività e la solidità dell'azienda».
Sul fronte dell'organizzazione industriale, dunque, Versace ha scelto di concentrare le forze su una fascia di produzione che promette aumenti di fatturato, anche alla luce dei segnali di ripresa che cominciano a farsi largo su alcuni mercati. Ma sul fronte societario la situazione non sembra ancora sbloccata. Disinnescata la mina del rimborso del bond da 100 milioni di euro, in scadenza a luglio, grazie a un accordo firmato con Banca Intesa, cui è stato affidato un mandato per la ristrutturazione del debito e l'organizzazione di un finanziamento di 140 milioni, resta ancora aperta la ricerca di un partner. La quota in discussione, secondo dichiarazioni dello stesso Santo Versace, dovrebbe aggirarsi intorno al 25% del capitale, ma non è escluso che arrivi al 30%.
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Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/05/04 a cura di Pambianconews