Pezzi unici e rari, appartenuti a rockstar come Elvis Preslev e Madonna. Oppure antichi modelli da motociclista o da scalatore. Occhiali storici di grande pregio collezionati da un signore che li tratta per mestiere e li raccoglie per passione. Tanto da aver fondato un museo. In Vittorio Tabacchi l'interesse per gli occhiali non è nato per caso. E il presidente di Safilo, l'azienda di famiglia fondata nel 1934 che guida dal 1974. E, in un momento in cui cambi, concorrenza e consumi hanno offuscato l'orizzonte del mercato dell'occhialeria italiana, che a novembre 2003 ha registrato un calo nelle esportazioni del 6 per cento, lui sventola con orgoglio il suo +2 per cento: «Nel settore siamo gli unici ad aver incrementato il fatturato che, per il 2003, è di 901 milioni di euro».
Nell'ultimo decennio l'azienda ha conseguito risultati importanti, puntando soprattutto sull'occhialeria da sole griffata. «Il 70 per cento del nostro prodotto è grìffato e per 1'80 per cento vendiamo all'estero», spiega «Mister Safilo» che, dopo aver messo gli occhiali a qualche decina di milioni di americani («Gli Stati Uniti assorbono metà del nostro export» ), ora punta all'Estremo Oriente. Cina per l'esattezza, dove, a Shanghai, in marzo è stata aperta una filiale. «Andiamo a vendere in casa della concorrenza», sorride Tabacchi. Una battuta, ma neanche troppo perché la Cina è il primo produttore al mondo di occhiali contraffatti.
«La contraffazione ha raggiunto tali livelli di sofisticazione che non è facile riconoscere un occhiale vero da un falso. I danni economici? Incalcolabili». Curiosità: per il mercato asiatico, Safilo realizza montature diverse dalle nostre. «Gli orientali sono senza setto nasale, hanno zigomi alti e una sudorazione più acida. Nei loro occhiali cambiano angolo d'inclinazione pentoscopica, frontale e asta». Per piacere ai nuovi mercati, Salilo prosegue nell'acquisizione di licenze firmate.
Estratto da Sette-Corriere della Sera del 30/04/04 a cura di Pambianconews