Prada potrebbe quotarsi in Borsa a ottobre, con molti mesi di anticipo sul termine del bond convertibile da 700 milioni che scade a giugno 2005. Il dossier ipo, che aveva subito uno stop forzato nel giugno di due anni fa, quando i global coordinator Deutsche bank, Intesa e Bnp Paribas si erano arresi davanti a una valutazione di appena 3 miliardi espressa dal mercato, è stato riaperto da Patrizio Bertelli con il cfo Riccardo Stilli e gli advisor del luxury group. Lazard e Morgan Stanley in testa. Per ora si tratta di una ipotesi, per valutare la percorribilità di una finestra di quotazione tra ottobre e novembre che potrebbe incrociare un trend favorevole di Borsa.
Ma perché Bertelli vuole bruciare i tempi? Intanto Prada ha recuperato numeri e prospettive riconosciuti dal mercato. I debiti scenderanno entro il 2004 a 300 milioni, il rapporto mol ricavi viaggia sopra il 15%, l'anno è partito con +24% di fatturato in Usa, +67% in Cina e +22% a Singapore. Ma soprattutto a Bertelli non piace l'idea di restare impiccato all'ultima data utile per Pipo prevista dal bond emesso a dicembre 2001 con durata tre anni e mezzo. Prada si è già scottata le dita all'indomani dell'attentato alle Twin towers, col crollo delle Borse e il primo stop dell'opvs.
Se a giugno 2005 Piazza Affari fosse sotto scacco, la Itmd investments (controllante al 100% di Prada) dovrebbe restituire per cassa i 700 milioni del bond Deutsche bank a un prezzo di rimborso pari al 111,3%. E cosi rinunciare a un meccanismo favorevole di quotazione. Va infatti ricordato che il bond Deutsche-Itmd diventa un prestito convertibile Prada con premio di conversione del 32% sulla media dei primi 10 prezzi segnati in Borsa dopo ipo. Perciò conviene approfittarne.
Estratto da Il Mondo del 30/04/04 a cura di Pambianconews