Organizzare eventi sempre più importanti all'estero. Creare una rete della grande distribuzione italiana internazionale. Considerare l'euro forte come un'opportunità e non solo come uno svantaggio. Aprirsi ai Paesi in via di sviluppo cogliendo la sfida che hanno lanciato. Sono queste le coordinate per il salto di qualità del settore del design delineate da Ugo Calzoni, direttore generale Ice (Istituto per il commercio estero), in visita al salone del mobile che si è concluso ieri a Milano. Calzoni ha ribadito che il legno-mobile ha un grande sostegno da parte delle istituzioni perchè è una delle componenti forti del made in Italy. E proprio ieri ha discusso con gli imprenditori di un progetto dell'Ice in collaborazione con le imprese: il salone del mobile italiano che dovrebbe svolgersi a Mosca dal 2005. «Al Mebel (il salone del mobile arredamento che si svolge in Russia a novembre), un appuntamento a cui parteciperanno circa 400 imprenditori italiani, si aggiungerà un'altra iniziativa per le aziende del settore. Dal 2005 organizzeremo un salone del mobile italiano la cui prima edizione dovrebbe svolgersi in settèmbre».
Ma la promozione e i grandi eventi, come quello annunciato ieri, e promosso dall'Ice, non bastano per il salto di qualità, lascia capire Calzoni. «E ora che gli italiani comincino ad affrontare la grande distribuzione con più forza. Le maggiori catene internazionali sono tutte straniere: francesi, tedesche, inglesi. E gli italiani? Dovrebbero creare una rete di distribuzione a livello mondiale. E poi comprare gli spazi per i loro prodotti nelle catene di distribuzione e sollecitare i consumatori a cercare e chiedere il prodotto italiano».
Ma c'è dell'altro. Il drago cinese e l'orso russo hanno lanciato al made in Italy una sfida che richiede massima apertura. «L'atteggiamento di molti imprenditori di fronte alla Cina mi fa venire in mente quello che accadde tra il 1953 e il 1956, quando il Governo decise l'apertura al mercato europeo, spiega Calzoni, in un primo momento dagli imprenditori si sollevò una forte protesta, poi capirono l'importanza di quello che si è rivelato uno dei motori di crescita del nostro Paese. I cinesi sono dei consumatori eccezionali e aprirsi verso quel mercato significa cogliere una grande opportunità».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 20/04/04 a cura di Pambianconews