Piange il manager della moda, quello vero, non il patron della casa che ha ricominciato a sorridere solo da pochi mesi. La busta paga 2003, infatti, non tiene conto dei cenni di ripresa di fine anno e ha detto addio a una buona fetta dei bonus che per i top, dal direttore generale a quello commerciale, rappresentano una parte consistente della retribuzione, fino al 40% del totale. «Legato per lo più al fatturato, lo scorso anno il variabile dello stipendio ha scontato la marcia indietro del business che c'è stata in Italia: -4% del fatturato, -4,7% dell'export», dice Carlo Pambianco, consulente specializzato nel fashion e nel tessile. « Ma i tagli dei bonus sono stati del 20-30%. Così come i benefit tipo casa o auto». E secondo una ricerca di Pambianco head hunting, la sua società di executive search, i manager del settore, che in valore assoluto sono comunque fra i più pagati, restano in frenata per il secondo anno consecutivo anche nella retribuzione fissa.
Per capirlo basta guardare l'andamento delle punte massime, quelle più sensibili a registrare strappi anche violenti quando il mercato tira. Gli stilisti, che nelle grandi aziende sono al top, arrivano al tetto di 750 mila euro (come nel 2002): un superstipendio che però resta molto al di sotto di quelli pagati ad alcuni top manager dell'industria o della finanza.
Solo qualche fuoriclasse come Tom Ford riesce a stare al passo. La griffe, insomma, non è più una miniera d'oro neanche per il motore numero uno della creatività.I direttori generali, le punte le hanno addirittura smussate, da 600 a 550 mila euro. Questo nonostante che quella di general manager resti una delle funzioni più ricercate dal mercato, soprattutto dopo operazioni di acquisizione.
«L'esempio Gucci, che ha sostituito Ford con quattro creativi divisi per brand, è indicativo», dice Pambianco. Naturalmente fra le funzioni di manager della moda c'è chi sale e chi scende. Scende per esempio il direttore di negozio, che solo due anni fa era fra i più ricercati e pagati e ora soffre del passaggio dai negozi monomarca a quelli multimarca, affidati a un imprenditore esterno. L'arretramento delle politiche di espansione, con un richiamo delle licenze, ha colpito anche il licensing manager, sia nelle ricerche sia nella retribuzione. Sale invece il direttore operation, che viene premiato dalla velocizzazione del mercato, seguita all'ingresso di operatori stranieri che proprio su questo hanno caratterizzato il proprio sviluppo, come Zara, Mango o H&M. «Diventa il responsabile dell'efficienza, come tutte quelle posizioni collegate all'introduzione di sistemi che riducono i costi, dalla logistica alla produzione all'outsourcing» , conclude Pambianco.
Vedi tabella che segue
Estratto da Il Mondo del 9/04/04 a cura di Pambianconews