«Sàfilo la consideravo come mia moglie, ritenevo fosse un punto fermo. Ho dovuto separarmene a malincuore ma adesso non voglio più pensarci. Ho vissuto e lavorato molto in quell'azienda, sono cresciuto lì dentro e l'ho aiutata a crescere. Ma adesso è il passato, il mio presente è in Salmoiraghi & Viganò». A parlare è Dino Tabacchi, il più giovane dei tre fratelli che congiuntamente, fino al 2001, partecipavano il capitale di Sàfilo, uno dei grandi gruppi mondiali nella produzione di occhiali. Dino fu anche, in tempi diversi, vicepresidente. «Mi dimisi una prima volta nel 1989. Si presentò in azienda Dean Butler, l'uomo che fondò Lenscrafter, una delle più grandi catene al mondo nella distribuzione degli occhiali, che poi divenne parte del gruppo Luxottica. Ci propose di entrare nel business della distribuzione acquisendo, in partnership, Vision express. Sàfilo analizzò il progetto e disse no. Io già allora mi chiedevo cosa sarebbe stato dei produttori italiani di occhiali nell'arco di 10/15 anni e l'opportunità mi sembrava propizia. Decisi di buttarmi. Mi dimisi dalla vicepresidenza Sàfilo ed entrai con una mia società in Vision express. Avevo il 39% del capitale. La società arrivò a contare su 230 negozi in 12 Paesi del mondo, Inghilterra in primis e un fatturato di 400 miliardi di lire (circa 206 milioni di euro, ndr)».
Nel 1997 Vision express si fonde nel gruppo francese Grand optical. II marchio diventa Grand vision. Dino Tabacchi vede annacquarsi la sua quota, anche perché in parte vende e resta con circa il 6% della nuova società. A quel punto rientra a casa, a Padova, nella «sua» Sàfilo, guidata dal fratello Vittorio. è il 1998 e torna a fare il vicepresidente, fino a che arriva il momento della crisi. Giuliano, uno dei tre fratelli presenti nel capitale del produttore di occhiali, che oltre a marchi propri ha, tra gli altri, in licenza Armani e Gucci, decide di vendere la propria quota.
Sul mercato c'è Salmoiraghi & Vigano, un marchio dietro cui si nasconde la prima catena italiana di occhialeria. Dino Tabacchi si fa avanti, è il giugno del 2002, i proprietari sono Arca merchant e Bs Electra, oltre al management, che controllava il 5% del capitale. Tabacchi incontra il management, poi convince tutti offrendo 76 milioni di euro. «è costata molto, ammette oggi Dino Tabacchi, ma i margini per fare business mi erano chiari. Soprattutto, volendo rimanere nel settore, l'azienda era a portata di mano, l'occasione da non perdere, anche davanti a un conto economico appesantito». Tabacchi compera, è l'unico proprietario. Un altro big dell'occhiale, De Rigo, ha un'opzione sull'acquisto, che però non esercita. Così l'operazione va in porto.
Estratto da CorrierEconomia del 5/04/04 a cura di Pambianconews