Il mercato scommette sul riassetto in casa Rinaldini. Gli investitori puntano sull'ipotesi di fusione per incorporazione della Richard-Ginori nella Pagnossin. Entrambe controllate da Carlo Rinaldini, rispettivamente, con una quota del 78,5% e del 52 per cento. Una fusione in stile Gim-Smi con l'obiettivo di riportare la liquidità di Richard-Ginori in pancia alla controllante di Treviso. Pagnossin, che ha chiuso il 2002 con 20 milioni di vendite e 30 milioni di debito, possiede immobili per circa 15 milioni solo nella cittadina trevigiana. E poi ha anche il 78,8% di Richard-Ginori che sta dismettendo alcuni immobili fiorentini. Operazione quest'ultima da cui dovrebbero arrivare circa 30 milioni di euro.
Se davvero le due società dovessero fondersi, allora Pagnossin, che ha una capitalizzazione di mercato di circa 20 milioni di euro, risulterebbe oggi sottovalutata in Borsa. Solo gli introiti derivanti dalla vendita degli immobili fiorentini di Richard Ginori basterebbero, infatti, a ripagare i 30 milioni di debito di Pagnossin. Ed è proprio su questo tipo di ragionamento che ieri il titolo della società trevigiana ha guadagnato in Borsa il 4,86% a 0,95 euro, mentre le azioni Richard-Ginori hanno ceduto lo 0,8% a 0,59 euro. Dal quartier generale di Pagnossin a Milano nessun commento.
«Il dottor Rinaldini è impegnato in un vertice con le banche», hanno dichiarato dalla società che ieri aveva anche in programma il consiglio di amministrazione. In serata poi è arrivata la notizia di un aggiornamento al 7 aprile delle sedute dei cda di Pagnossin e Richard-Ginori per l'approvazione del bilancio 2003.
Estratto da Finanza&Mercati del 31/03/04 a cura di Pambianconews