#'In più di trent'anni di moda non ho mai cambiato né la mia idea, che è quella di vestire le donne e non le modelle, né il mio stile che resta sempre fedele a se stesso, spiega Mariella Burani a Modaonline.it. Non seguo mai dei trend precisi, la mia donna è mixata, mai troppo trasparente né troppo attillata''. Corre lungo questa filosofia il Mariella Burani pensiero e non cambia con l'incedere dei tempi e con la crescita di un Gruppo (Mariella Burani Fashion Group), gestito dal marito e dai figli della stilista, che prosegue la sua corsa con costanti incrementi a doppia cifra e acquisizioni mirate nel mondo dei luxury goods (ultima in ordine di tempo quella di Don Gil, leader austriaco nella distribuzione di beni di lusso). Ed è imminente anche l'apertura del primo Mariella Burani Details a Pescara in cui si trovano le calzature e gli accessori delle griffe del Gruppo, da Braccialini a Baldinini a Biasia tra le altre; progetto che guarda a nuovi opening in Italia e all'estero.
''Credo sia fondamentale ridurre i prezzi soprattutto per quanto riguarda gli accessori che oggi sono determinanti per la definizione di uno stile. La struttura che si è formata all'interno del nostro Gruppo ci consente di lavorare su economie di scala per quanto riguarda gli acquisti della materia prima che, per il cliente finale, significano una riduzione dei costi al momento dell'acquisto''. La tutela del Made in Italy è un argomento tanto importante quanto dimenticato da chi dovrebbe garantirlo. #'C'è un estremo bisogno di regole chiare e il Governo dovrebbe non solo farle, ma anche farle rispettare. Se i prezzi dei prodotti Made in Italy sono alti e in qualche modo poco competitivi, buona parte delle colpe sta nei costi che le aziende che producono in Italia sono costrette a supportare''.
Ma qual è il segreto che ha consentito ai Burani di costruire un Gruppo che a fine 2003 ha fatturato oltre 350 milioni di euro? #'Abbiamo sempre evitato gli spechi inutili. In realtà il successo di Burani ritengo sia da attribuire alla mia famiglia che è stata in grado di far crescere il Gruppo con intelligenza e senza farsi prendere la mano. Io sono una pessimista di natura, non sono mai contenta di quello che faccio e tendo a vedere più i lati negativi che i successi del mio lavoro. Devo dire che i premi che mi sono stati attribuiti durante quest'anno (quello assegnato a Roma da Walter Veltroni e quello di pochi giorni fa del Mipel, ndr) di primo acchito mi hanno imbarazzata. Poi ho pensato che in realtà sono un riconoscimento al mio lavoro e l'accoglienza che ho avuto a Roma mi ha fatto sentire quanto la mia moda sia amata e devo dire che è stata una sensazione molto bella''.
Estratto da Modaonline.it del 30/03/04 a cura di Pambianconews