«Vogliamo fare i cinesi in Cina anche noi» dice sorridendo Giuseppe Miroglio che, direttore generale di Vestebene, la divisione abbigliamento del gruppo Miroglio è appena tornato da Shanghai dove ha siglato un accordo di joint venture con un partner locale. «Abbiamo firmato una lettera d'intenti con Elegant Prosper, un'azienda produttrice e distributrice di abbigliamento femminile di fascia media che ha un giro d'affari di circa 10 milioni di euro. Diventiamo loro partner al 50%. Un modo per mettere un piede in Cina». Stanno seguendo la stessa strada per la divisione tessuti: «Prevediamo di concludere una partnership entro l'anno». Alba-Shangai, Shangai Alba diventerà, perciò, un andirivieni frequente per la famiglia Miroglio e i suoi manager. Ma la Cina è solo una tappa nel processo di internazionalizzazione che sta intraprendendo il gruppo.
«La strategia futura è di crescere all'estero, trovare nuovi mercati spiega Miroglio. Un nostro punto di debolezza è che siamo un'azienda ancora molto italiana. Esportiamo il 30% del fatturato della divisione abbigliamento, ma nel medio periodo vorremmo arrivare al 50%». Prosegue Miroglio: «Investiremo anche nella diversificazione di prodotto. L'ultimo tassello è stata l'acquisizione della griffe Gilles Rosier che strumentalmente ci serve per accrescere la nostra notorietà all'estero in modo da entrare poi con gli altri marchi». Intanto nei giorni scorsi hanno aperto negozi in Messico e recentemente hanno messo in piedi uno showroom a New York, il primo passo per cominciare a vendere in America.
Una realtà industriale quella dei Miroglio che appartiene solo ed esclusivamente alla famiglia. Di quotazione in Borsa, per il momento, non vogliono sentirne parlare. Nel cuore delle Langhe piemontesi, in quel di Alba, dopo Ferrero sono loro la seconda grande industria locale seguita da un'imprenditoria diffusa vitivinicola, di cui fanno parte anche i Miroglio con la tenuta Carretta. Il quartiere generale del gruppo è in città. La Miroglio Tessuti è invece a 10 chilometri da Alba. Negli ultimi cinque anni hanno fatto un vero e proprio balzo in avanti. A parte la divisione dei tessuti e dei filati con cui realizzano una piccola parte dei propri vestiti, ma che soprattutto viene venduta a terzi, il gruppo ha 15 marchi di abbigliamento con cui va a colpire tutte le fasce di mercato. I due marchi che lo rappresentano, Motivi e Oltre, hanno aperture di negozi incessanti, quasi tutte fatte in Italia. A fine 2003 i punti vendita del primo erano 293 e quelli del secondo 114. Come è nato il pronto moda Motivi? «Mio zio Franco incontrò negli anni Settanta Amancio Ortega (il patron di Zara) per vendergli tessuti» racconta Giuseppe. Zara è ancora un cliente importante per i tessuti Miroglio, ma Franco con quell'incontro capì che quella del pronto moda era una buona strada.
Estratto da Affari & Finanza del 29/03/04 a cura di Pambianconews