Hermès e Swatch lanciano segnali di lusso. Grazie alla presentazione di risultati superiori alle previsioni del mercato e, soprattutto, grazie all'inversione di trend nell'ultima parte dell'esercizio, che ha spinto l'intero settore a rimbalzare in Borsa (l'indice Bloomberg europeo dei titoli fashion ha guadagnato il 2,25%). Il gruppo svizzero, leader mondiale delle lancette (con marchi di largo consumo, ma anche di alta orologeria come Breguet e Blancpain), ha chiuso lo scorso esercizio con vendite in calo del 2% a 3,98 miliardi di franchi svizzeri (circa 2,6 miliardi di euro), e un utile netto di 492 milioni di franchi (-0,4%). Ciò che ha colpito positivamente gli investitori (il titolo ha chiuso in progresso del 3,2% a Zurigo), sono stati i sintomi di salute evidenziati dal gruppo.
Il colosso guidato dalla famiglia Hayek nel secondo semestre 2003 ha registrato un'accelerazione del 6,3% rispetto all'anno precedente degli utili netti, arrivati a 306 milioni di franchi, con una crescita del 2,3% delle vendite. Inoltre, la società ha annunciato l'intenzione di aumentare di circa un terzo il dividendo rispetto all'esercizio 2002, e ci sono anche ipotesi di nuovi buy back (due strade peraltro antitetiche a quella di un'acquisizione, che alcune voci hanno legato al nome di Bulgari).
Se Swatch ha messo in evidenza come l'orologeria (e il cosiddetto hard luxury) cominci a vedere la fine del tunnel iniziato nel settembre 2001, Hermès non è stato da meno per la pelletteria e l'abbigliamento. Il brand francese ha registrato una crescita dello 0,6% degli utili netti nel 2003, nonostante un calo dei ricavi dell'1% a 1,23 miliardi di euro. Ma anche in questo caso l'accelerazione è stata netta nella seconda parte dell'anno (+11% gli utili netti) nonostante il gruppo abbia pagato l'euro forte. Hermès (+4% ieri a Parigi) ha potuto così sorprendere positivamente il mercato con un margine operativo in aumento al 27,1% rispetto al 2002.
Estratto da Finanza&Mercati del 26/03/04 a cura di Pambianconews