Il mistero sul nuovo assetto manageriale e stilistico di Gucci rimarrà ancora tale per qualche giorno. Ieri il presidente di Ppr (che controlla per una quota superiore al 65% la maison italiana) Serge Weinberg, nel corso di una conferenza stampa per la pubblicazione dei risultati 2003, ha dichiarato che il nome del, o dei successori, di Tom Ford verrà reso noto solo dopo il termine della sfilata prevista a Parigi domenica. Ad ogni buon conto, si può già fin da ora annunciare con sicurezza, che Gucci e Yves Saint Laurent avranno due separati stilisti e che con tutta probabilità la loro scelta sarà fatta nel segno della continuità, utilizzando i talenti esistenti all'interno del gruppo. #'Offriremo loro, ha dichiarato Weinberg, delle prospettive di sviluppo tanto collettive, quanto individuali».
Gucci sarà comunque il perno centrale attorno al quale ruoterà il polo del lusso del gruppo Ppr. Insieme a marchi come Yves Saint Laurent, Sergio Rossi, Boucheron, Roger & Gallet, Bottega veneta e Balenciaga.
A ogni buon conto, e questo lo dichiara la concorrenza, il marchio Gucci è attualmente così forte che anche senza il binomio De Sole-Ford, continuerà con tutta probabilità a crescere e ad avere successo. Ma è evidente anche, che il nascente polo del lusso di Ppr, necessiterà ancora di attenzione e investimenti. Per ridefinire il ruolo di ogni marchio, per tagliare i rami secchi e per potenziare le strutture. Tenuto conto anche del fatto che il lusso ha concorso con 2,56 miliardi nel 2003 alla composizione dei 16 miliardi di euro di ricavi (+4,1% sul 2002) del #'nuovo gruppo Ppr''. Quello, per intenderci, che non prevede più nel perimetro delle attività la controllata Rexel (destinata alla cessione) e dopo che lo scorso anno sono state vendute Guilbert per 815 milioni, Pinault Bois et materieaux per 565 milioni e la restante quota del 14,5% di Finaref al Crédit Agricole per 372 milioni di euro.
Per quanto riguarda l'esercizio 2003 questo si è saldato con un utile netto di 644,6 milioni di euro, rispetto agli 1,59 miliardi dell'anno prima, su una cifra d'affari (pubblicata) di 24,36 miliardi e di 23 miliardi circa (pro-forma) dopo i 22,54 miliardi del 2002. Ai soci verrà proposta la distribuzione di un dividendo di 2,4 euro per azione (+4,3%). Infine, gennaio e febbraio si sono chiusi in maniera soddisfacente nella grande distribuzione, con una crescita del 4,1% dei ricavi.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 5/03/04 a cura di Pambianconews