Forte di una cassa di guerra di quasi 150 milioni di euro il fondo Charme di Luca di Montezemolo ha messo nel mirino una dozzina di società del design e del lusso made in Italy. Ma alla fine gli acquisti cadranno solo su un paio di nomi buoni. Nel suo portafoglio ha già Gufram (il divano a forma di labbra), Thonet (le mitiche sedie austriache) e la più glamour, Poltrona Frau. La lista dello shopping si potrebbe allungare. L'ultimo colpo doveva essere quello di Cappellini. Il divo Giulio ha rappresentato forse il meglio dell'industria del mobile di design in Italia. Ma con una posizione finanziaria delicata e qualche grandeur di troppo, Cappellini si è trovato nei mesi scorsi con il fiato corto. Perfetta la sua integrazione con la filiera di marchi di Montezemolo e soci. Senonchè, nelle ultime ore, le trattative sembrano complicarsi. Charme e Cappellini non si trovano più d'accordo sui numeri della finanza. Non sarà facile per il designer brianzolo trovare un altro partner.
Ma non impossibile. Tanto più che di fatto Charme si sarebbe portato a casa know how, marchio ma molta poca produzione Cappellini. Insomma una cessione light. D'altronde non è un segreto. Per Montezemolo uno dei prossimi passi sarà quello di concentrare le «sinergie industriali» tra i diversi marchi acquisiti. A poco più di un mese dall'inizio dell'evento più importante del mobile in Italia (il Salone di Milano), le acque del legno di lusso sono più che mai agitate. Una delle star, come minimo, non sarà più indipendente. E si inserirà in quella lunga lista di marchi comprati dai fondi del private equity. L'altro grande attore è Opera di Bulgari, che nel suo carnet ha B&B e Unopiù. La fase del genio indipendente (il mercato del mobile in Italia vale più di 20 miliardi di euro) è finita per sempre?
Estratto da Il Giornale del 4/03/04 a cura di Pambianconews