Riccardo Di Tommaso ha costruito il gruppo Bernardi ed è diventato uno dei più grandi imprenditori italiani nell'abbigliamento di fascia bassa. Ora non si ferma più: è diventato promotore di centri commerciali, ha appena ripescato dal coma fallimentare e già rilanciato la mitica Postalmarket delle vendite per corrispondenza, è in lizza per rilevare il gruppo Giacomelli e guarda al settore dell'aviazione, pronto ad acquistare in cordata il gruppo Minerva, partner Alitalia anch'esso in gestione commissariale, appena autorizzato dai giudici a riprendere i voli. Inevitabile, nell'arco di qualche anno, considerare lo sbarco in Borsa. Quella di Di Tommaso comincia come una tipica storia imprenditoriale friulana, fatta di idee chiare, buon senso e lavoro sodo. L'idea chiara è stata l'andare controcorrente. In un'epoca in cui la parola d'ordine è qualità e la conseguenza i prezzi crescenti, Di Tommaso propone la ricetta inversa: «Sempre il prezzo più basso sul mercato». E, in anni di nuove povertà favorite dall'inflazione arrivata a cavallo dell'euro, Bernardi è stato uno dei pochi gruppi del settore a crescere: «E' chiaro, nota l'imprenditore, che la crisi da euro ci ha favorito. La nostra crescita è la dimostrazione del pesante impatto della moneta unica».
Oggi il gruppo, che ha sede a Ronchis in Friuli, conta 150 grandi punti vendita di proprietà nei centri commerciali, con una superficie media superiore ai mille metri quadrati. Ha 1.200 dipendenti, movimenta 20 milioni di capi di cui sei prodotti a Dhakka, nel 2003 ha emesso quasi sei milioni di scontrini fatturando 220 milioni di euro con una crescita annua del 10%. L'utile netto dell'ultimo bilancio è di 33 milioni. In questi anni i punti vendita sono stati riorganizzati e abbelliti, scrollandosi la patina da grande magazzino. Bernardi produce in proprio circa il 40% del campionario. Il 60% viene acquistato grazie ad alcune piattaforme logistiche collocate nei principali distretti tessili italiani, in Puglia, Campania e a Prato.
Ma ora la grande scommessa si chiama Postalmarket. «Postalmarket, nota l'imprenditore, aveva problemi nella gestione degli acquisti e delle rimanenze, che sono invece il nostro punto di forza, integrabili nella nostra rete di vendita. Parto da questo presupposto: in Italia oggi il mercato delle vendite per corrispondenza, e-commerce compreso, è vicino allo zero. In Germania è l'8% del mercato, in Francia il 7%, in Gran Bretagna il 12%, negli Usa il 18%. Se anche arrivassimo solo all'1%, sarebbe un grande affare». I primi riscontri hanno segnato, sottolinea Di Tommaso, «un successo travolgente».
Estratto da CorrierEconomia del 1/03/04 a cura di Pambianconews