Il 38% del fatturato consolidato della Loro Piana è legato al dollaro, sia per l'export che per i tessuti prodotti negli Stati Uniti. «Fin qui ce la siamo cavata spiega Sergio Loro Piana, vicepresidente e amministratore delegato del gruppo, e anche quest'anno dovremmo riuscire a portare a casa un incremento delle vendite. Ma se il deprezzamento del dollaro continuerà, nel 2005 la situazione diventerà preoccupante e il conto sarà salato per tutti».
«L'anno scorso si è chiuso con 250 milioni circa di fatturato consolidato: un calo del 2% a tassi di cambio correnti, una crescita del 3-4% a tassi costanti. Ha fatto meglio la divisione dei prodotti finiti (un +7% che, senza supereuro, sarebbe stato superiore al 12% e che solo nell'area del dollaro ha segnato un +33%); un po' meno bene l'area tessile, «che sconta una situazione di mercato ancora molto compromessa», spiega Loro Piana. Che aggiunge: «Il valore è sceso, ma i volumi hanno tenuto, e questo significa che abbiamo guadagnato quote di mercato».
Certo, ammette l'amministratore delegato, «qualcosa abbiamo recuperato con aumenti di prezzo, ma si tratta di ritocchi parziali: sarei pazzo a scaricare tutto sui prezzi! Siamo ricorsi alla finanza, ma di questo passo rischia di venir meno la competitività dei nostri prodotti negli Stati Uniti. Se la situazione non migliora il 2005 sarà una bella scommessa». «Il mio terrore è che questa posizione si radichi, che sia la cura per i deficit degli Stati Uniti. Ciò significa perdere i margini sul mercato Usa, dover contare sulla capacità di ripresa dell'Europa (che non pare avviata) e cercare altri mercati, come il Giappone o la Russia».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 20/02/04 s cura di Pambianconews