Si aggiunge un nuovo appuntamento alla settimana della moda, che apre la prossima domenica 22 febbraio con un fitto programma di sfilate. Sostenuta e amplificata dai saloni ad alto contenuto strategico e dall'offerta specializzata come Neozone, che raccoglie una quarantina di nomi affermati con una spiccata cultura del prodotto e che vanno ad affiancare White, dove sono invece selezionate le realtà sperimentali e i marchi d'avanguardia. Organizzate entrambe da Efima, il braccio fieristico di Sistema moda Italia (Smi), sono il primo risultato della collaborazione con il Centro di Firenze per la moda italiana. Così, mentre prosegue il progetto annunciato lo scorso anno di ridare visibilità e smalto alla Fiera attraverso una costellazione di eventi diversificati, si va anche ridisegnando la mappa dell'influenza e della rappresentatività delle organizzazioni che promuovono il complesso mondo del tessile e abbigliamento italiano: quindici. Ora, pur essendo fissati per statuto i compiti di ognuna, le occasioni di sovrapporsi sono continue e generano una serie imbarazzante di incidenti diplomatici.
L'ultimo ha avuto luogo a Roma, durante le sfilate di alta moda a gennaio, culminate nell'incontro con il presidente del Consiglio a Palazzo Chigi. Non soltanto Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda, non è riuscito a intervenire essendo stato informato in ritardo, ma l'attivissimo presidente di Altaroma, Stefano Dominella, tra la meraviglia generale ha chiesto una tregua sul fronte dell'Iva, riducendola al 10% per almeno due o tre anni. «Embè, che c'è di male, obietta. Era presente anche il ministro Marzano e non mi è parso sconvolto». Però Silvio Berlusconi le ha detto con una certa irritazione che ne avevate già discusso in privato e ha rovesciato le tasche come per dire che il governo non ha più un euro a disposizione. «Un gesto molto simpatico».
Ma il settore chiede il rimborso dell'Irap e interventi che leniscano i costi di produzione. «Questa è la posizione dell'industria. Io ho parlato a nome delle piccole e medie imprese artigiane, che hanno altre esigenze e che io cerco di aiutare, conoscendo bene le loro difficoltà». In tono asciutto Mario Boselli commenta: «Guai se seguiamo la logica del campanile. La moda italiana deve presentarsi unita. Ma Altaroma è un'agenzia promozionale, che dovrebbe svolgere questo ruolo e non altri, e farlo al meglio. Com'era stabilito anche nella convenzione che firmammo a Roma il 21 gennaio 2000». Uno scambio di opinioni che, pur educato nelle forme, è testimone della tensione del momento, provocata e alimentata di continuo dalle concrete difficoltà che il settore attraversa ormai da tre anni e di cui non si vede l'uscita.
Estratto da CorrierEconomia del 16/02/04 a cura di Pambianconews