''I primi della classe'' nel loro settore. Così gli analisti di Ubm definiscono il gruppo Bulgari, sinonimo probabilmente in tutto il mondo di gioielli di lusso e di eleganza. Tuttavia, aggiunge lo studio, per la società guidata dall'amministratore delegato Francesco Trapani non è un momento particolarmente positivo e le quotazioni (peraltro non lontane dai massimi dell'anno, anche se improntante al ribasso) sembrano riflettere abbastanza correttamente il valore dell'azienda, sia in termini di fondamentali sia in rapporto ai multipli espressi dai grandi gruppi concorrenti.
Il che significa, tradotto in altre parole, che difficilmente il titolo andrà incontro a forti rialzi nel breve periodo, se non cambiano le condizioni attuali. Per essere ancora più chiari, i responsabili dello studio sottolineano che #'ai prezzi attuali le prospettive di crescita sono già comprese nelle valutazioni di Borsa e in linea con la media del settore''.
Il punto di domanda fondamentale, infatti, è la forza della ripresa economica: proprio la debolezza del ciclo, anzi meglio la scarsa visibilità sull'andamento futuro, ha finora indebolito le stime su Bulgari, che occupando il segmento dei beni di lusso è particolarmente sensibile all'andamento dell'economia e, ancor di più, al clima di fiducia dei consumatori. Il che peraltro significa anche che se il contesto macro dovesse cambiare, o anche solo esprimere segnali più netti, Bulgari sarebbe tra i primi a beneficiare del nuovo ciclo.
L'altro fattore che gioca contro la società del lusso è la debolezza del dollaro. Il gruppo infatti realizza una quota molto significativa di fatturato all'estero, negli Stati Uniti ma anche nell'area dell'Estremo Oriente e su altri mercati che quasi sempre pagano in dollari. Ovvio, quindi, che il calo del biglietto verde non aiuti Bulgari, nonostante questa realizzi ben il 21 per cento del giro d'affari in yen (che al contrario si è rafforzato rispetto al dollaro ma anche rispetto all'euro).
Estratto da Affari & Finanza del 16/02/04 a cura di Pambianconews