Tutte le aziende sono molto più attente ai costi, visto che i margini si sono drasticamente ridimensionati negli ultimi cinque anni. Ne parliamo con Carlo Pambianco, accreditato esperto del mondo della moda e del lusso che studia e analizza da molti anni.
Dopo qualche anno di corsa sfrenata la moda e il lusso si sono ritrovate con le gomme sgonfie. Adesso stanno cercando di rigonfiarle per ripartire…
«Il #99 è stato l'anno più glorioso del made in Italy. Ma nel 2000 la Borsa ha cominciato a cedere. Su una crisi già iniziata ci sono stati gli scossoni internazionali dall'11 settembre in poi, fra i quali il colpo più forte l'ha inflitto la svalutazione del dollaro, che ha perso il 30% del valore negli ultimi due anni. Un quadro che ha determinato un deciso calo dei fatturati reali dei gruppi, al di là di quello che appare nei bilanci per gli effetti delle acquisizioni».
Passiamo all'oggi.
«Nel 2003, dove non ci sono più gli effetti delle acquisizioni, stimiamo che il fatturato scenderà mediamente di circa il 5%, facendo una media tra i primi 37 nomi del lusso e della moda italiani. Gli utili, la cui incidenza sui ricavi, è passata dall'11,1 del '99 al 4,5% del 2002, subiranno un colpo ulteriore nel 2003 scendendo al 3,5%. Se ci limitiamo a considerare i primi 10 gruppi del lusso, il fatturato calerà del 5% e la percentuale dell'utile sul fatturato che è passato dal 13,6% del #99 al 6,2% del 2002, calerà al 5%».
Quali prospettive si aprono ai gruppi italiani?
«O riescono velocemente a crescere in base ai programmi che avevano fatto, ma hanno bisogno anche di risorse finanziarie e presumo che le banche in questo momento non siano disponibili, oppure continuano, per motivi di prudenza, a fare quello che hanno cominciato a fare, a di smettere da un lato e a ridurre i costi dall'altro».
E gli stranieri?
«Non vedo grosse differenze. Né con i francesi, anche Lvmh che sta facendo dismissioni né con gli americani, dove l'unico che ha retto meglio è stato Ralph Lauren. Fra i pochi ad essere stati avvantaggiati da questa situazione di mercato sono le grandi catene dell'abbigliamento sia italiane che estere. Tant'è che in questi ultimi due anni hanno aumentato fatturato e utili».
Vedi tabella che segue
Estratto da Affari & Finanza del 2/2/04 a cura di Pambianconews