Dopo aver acquistato il gruppo Interpool da Stefanel, pacchetto che comprende la proprietà dei marchi Peter Hadley, New England, Museum e Island, la veronese Acon pensa al futuro. «Siamo una società familiare che fino ad un anno fa gestiva soltanto il marchio Mash di livello medio basso con un fatturato di 45 milioni di euro e un 4% di utili, spiega il titolare Stefano Ambrosini, un anno fa abbiamo fatto il salto comprando le quattro firme di Interpool che si posizionano nella fascia medio alta del mercato. Adesso il nostro principale impegno è riordinare le collezioni, focalizzarle e dare chiarezza alla produzione, stabilizzarci, insomma. Per poi in un futuro dare anche un'anima femminile ad un gruppo principalmente focalizzato sull'uomo». Con la new entry il fatturato del gruppo è arrivato quest'anno a 60 milioni di euro, e attualmente i dipendenti sono centodieci.
Vi siete spostati da una fascia medio bassa di prodotto che fino a pochi anni fa vendeva solo ai grossisti per puntare ad un mercato dell'abbigliamento più costoso. Non vi sembra rischioso in un periodo dove gli unici a fare profitti, a parte qualche grossa firma, sono i produttori a basso costo? «Fa parte, risponde Ambrosini, di una strategia aziendale che comporta ovviamente, come tutte le operazioni qualche rischio. Crediamo comunque che sia molto importante avere più marchi e svilupparli».
Il principale mercato della società è rappresentato dall'Italia, il 30% del fatturato arriva dall'estero (Francia, Germania, Giappone e Usa). Recentemente è stata affidata alla Grent di Bologna la licenza per la linea bambino di Peter Hadley. Quest'ultimo è il marchio più sportivo del gruppo, mentre Museum rappresenta una collezione principalmente basata su capispalla prodotti in Canada su modelli originali del luogo o tratti da archivi storici. Per il marchio francese Island c'è in programma un forte rilancio.
Estratto da Affari & Finanza del 2/2/04 a cura di Pambianconews