è al lavoro Renato Preti, ad del fondo Opera, per trovare una soluzione alle difficoltà in cui si trova la Bruno Magli. Cioè l'azienda bolognese che produce calzature di lusso, rilevata nel 2001 quando fatturava circa 90 milioni e aveva conti in break-even. Oggi il fondo Opera, azionista con circa l'80% di Magli, deve nuovamente mettere mano al portafoglio perché le perdite del leader della pelletteria di lusso l'anno scorso si sono ulteriormente ampliate rispetto al passivo di 24 milioni del 2002 (esercizio chiuso con un ebitda a meno 8 milioni e un ebit a meno 14 milioni a fronte di 76 milioni di ricavi).
Sul tavolo del fondo promosso dal gruppo Bulgari c'è l'urgenza di varare un aumento di capitale tra i dieci e 20 milioni. Per mettere a segno quest'operazione, però, Preti deve ottenere dai soci di Opera l'autorizzazione a modificarne lo statuto. Il fondo può infatti investire fino a un massimo del 25% della dotazione su ogni singola del fondo Opera partecipazione (con l'aumento di capitale l'investimento su Magli peserebbe fino al 35%).
Le banche che fin qui hanno finanziato l'acquisizione e lo sviluppo dell'azienda bolognese (circa 96 milioni di indebitamento verso Centrobanca, Capitalia e Unicredito) non sembrano invece intenzionate a mettere a disposizione altro credito. A Luca Ramella, da novembre ceo di Magli, Preti e Francesco Trapani, numero uno di Bulgari, hanno conferito ampi poteri per ricostruire l'effettiva situazione patrimoniale e finanziaria della società con il mandato di redigere un piano di salvataggio. Mentre nei confronti dell'ex vertice guidato da Eugenio Morselli, Opera potrebbe avviare un'azione di responsabilità.
Estratto da Il Mondo del 23/01/04 a cura di Pambianconews