«I listini sono la vera incognita del 2004, soprattutto per quanto riguarda le aziende europee che vendono sul mercato americano». Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, mette il dito nella piaga del cambio sfavorevole che penalizza chi produce in euro e vende in dollari. La 65a rassegna di Pitti Uomo, in programma a Firenze da domani a domenica, servirà anche a fare il punto sulla dinamica dei prezzi in un settore, quello dell'abbigliamento, che non accenna a uscire da una crisi lunga ormai due anni. Napoleone è comunque ottimista: «Sul fonte dei prezzi non mi aspetto particolari tensioni in Italia, dice, i marchi più forti potranno permettersi aumenti in linea con l'inflazione, per tutti gli altri è probabile una ulteriore compressione dei margini per non perdere quote di mercato. è negli Stati Uniti che si giocherà una partita importante, continua l'amministratore delegato di Pitti Immagine: chi si è coperto da rischi di cambio non avrà problemi, ma i meno previdenti si troveranno a fare i conti con una rivalutazione dell'euro sul dollaro del 30% e rischiano di perdere competitività».
La manifestazione fiorentina, il primo appuntamento del settore a livello mondiale, sarà un test sullo stato di salute del tessile-abbigliamento italiano. Il 2003 s'è chiuso con una flessione del 4% del fatturato a quota 44.089 milioni, secondo i dati elaborati dal Centro studi di Sistema moda Italia. Al calo delle vendite, si aggiunge la contrazione dell'export, sceso a sua volta del 4,7% a 26.364 milioni. In diminuzione anche le importazioni (-2,3%),
mentre il saldo commerciale del settore registra una flessione più modesta passando dai 13.406 milioni del 2002 a 12.432 milioni. La frenata dell'abbigliamento esterno maschile è stata meno brusca: il fatturato ha chiuso il 2003 con una contrazione dell'1,3% a 7.504 milioni. Per quanto riguarda l'export, in controtendenza il mercato francese (+3,5%) che rappresenta il 12% delle vendite complessive dei nostri produttori, e quello svizzero (+14,3%). Sul fronte delle importazioni, in forte aumento gli acquisti dalla Cina (+15,8%).
Estratto da Il Sole 24 Ore del 7/01/04 a cura di Pambianconews