«Ubaldo Livolsi non può lasciare Fin.part». Marcello Gualtieri, il rappresentante comune degli obbligazionisti del gruppo di abbigliamento, ha commentato in questo modo l'ipotesi che il presidente si presenti oggi dimissionario al board della holding. «Esprimiamo grandissima preoccupazione, si legge nella nota ufficiale diffusa da Gualtieri, per l'eventuale uscita di scena di una figura considerata di massima garanzia». Un modo elegante per spiegare che, secondo gli obbligazionisti, Livolsi resta l'unica possibilità per evitare il default di Fin.part. Al 31 ottobre, infatti, l'indebitamento del gruppo ammontava a 366,6 milioni, di cui 120 riconducibili alla Popolare di Intra (90 di esposizione diretta, più un'altra trentina di impegno in varie forme).
Nel caso le dimissioni diventassero effettive, «non potremmo nascondere lo sconcerto, ha proseguito Gualtieri, dopo gli importanti commitment sottoscritti da Livolsi nelle comunicazioni sociali». Gualtieri ha anche lamentato «un'assoluta mancanza di trasparenza da parte della società nei confronti dei creditori». Lo stesso Livolsi ha risposto alle indiscrezioni di un duro braccio di ferro con i vertici del gruppo, «smentendo qualsivoglia dissidio con l'attuale management di Fin.part». Il banchiere milanese, tuttavia, ha evitato di fare riferimenti alla possibilità di dimissioni.
Il mercato ha reagito spingendo il titolo, balzato a quota 0,21 euro (+7,57%) a fine seduta (rimanendo però sotto il valore nominale di 0,58), con volumi pari a quasi 10 volte quelli del giorno precedente. è possibile che le dimissioni di Livolsi abbiano accreditato l'ipotesi dell'arrivo di nuovi soci.
Estratto da Finanza&Mercati del 19/12/03 a cura di Pambianconews