Continua a crescere la voglia di sportswear. La ricerca condotta da Pambianco Strategie di Impresa, è stata commissionata da Gore (azienda specializzata in tessuti tecnici). Il consumo di abbigliamento sportivo nel 2003 in Italia è previsto intorno ai 7.300 milioni di euro contro i 7 mila del 2002. Il che significa che l'incidenza sul consumo totale dell'abbigliamento, che nel 2002 è stato di 22 miliardi di euro (previsione identica per il 2003), è del 33%.La fotografia del mercato dell'abbigliamento sportivo europeo fa emergere invece un giro d'affari che si aggira sui 45.500 milioni di euro, con una crescita del 2%. Per quel che riguarda import ed export di sportswear il saldo è positivo.
A fronte infatti di esportazioni per 2.500 milioni di euro, rappresentati in prevalenza da prodotti di alta fascia, si assiste a importazioni per 2 miliardi di euro, rappresentati in prevalenza da prodotti di fascia medio-bassa. E questa è un'ulteriore conferma di quanto il made in Italy sia apprezzato all'estero per l'alta qualità e l'innovazione. L'esportazione è comunque indirizzata per il 75% verso i paesi europei; in particolare, Germania (16%), Francia (16%), Inghilterra (10%), seguiti da Spagna (6%) e Benelux (5%).
Per quanto riguarda la comunicazione, gli investimenti si attestano sul 4,6% del fatturato. Il dato è quindi in linea con le altre aziende di medie dimensioni di tutti i settori della moda. In quali mercati vengono investiti? Oltre la metà della spesa in comunicazione è destinata al mercato italiano (54%), il 32% ai principali mercati europei e il 14% al resto del mondo. I mezzi scelti sono nel 63% dei casi quelli tradizionali: pubblicità sulla stampa (44%), seguita da cataloghi (11%) e affissioni (8%).
Estratto da Italia Oggi del 4/12/03 a cura di Pambianconews