Più estero. Più donna. E anche un po' di bambino. Sono tre le direzioni verso cui punta il piano triennale del calzaturificio veronese Stonefly, appena varato dal nuovo direttore generale Loredana Polo. Stonefly è stata fondata dalla stessa Polo (finora direttore commerciale), dal presidente Adriano Sartor e dall'amministratore delegato Andrea Tomat, entrambi azionisti della società da oltre 2 mila dipendenti tra Italia, Romania, Bulgaria, Marocco e Cina, che nel 2002 ha venduto 1,4 milioni di paia di scarpe per un fatturato da 80 milioni di euro.
Il budget per quest'anno è di 88 milioni mentre il piano punta a 99 milioni nel 2004 per arrivare a 130 milioni nel 2006. Primo obiettivo è il pubblico femminile, a cui Stonefly, nata come azienda di calzature maschili, si è cominciata a dedicare sei anni fa e che oggi rappresenta il 50% del fatturato: «è il mercato che sta reagendo in maniera più veloce», sottolinea Polo, «e alla fine del triennio peserà per il 70% del nostro business».
La stessa percentuale che Stonefly vuole ottenere dall'estero, dove (in particolare in Spagna, Usa e Giappone) oggi viene realizzata metà del giro di affari. Novità assoluta, invece, i prodotti per il bambino, a cui «stiamo pensando, per partire con l'anno prossimo». Non cambia però la strategia di distribuzione: no, per il momento, ai negozi monomarca, nonostante i tre punti aperti in Italia come test, si a partnership più strette con il dettaglio, per realizzare corner Stonefly o shop in shop.
Estratto da Il Mondo del 28/11/03 a cura di
Pambianconews