Troppo forte la tentazione. Troppo alte le pressioni. L'Amministrazione Usa ha imposto ieri quote di emergenza sulle importazioni di prodotti tessili cinesi. Pazienza se si lancia un messaggio sbagliato nel momento sbagliato. Sta per scattare una guerra commerciale sull'acciaio, anche con la Cina; sono in stallo difficili trattative commerciali a Ginevra per la Wto, la scadenza del 15 dicembre passerà senza risultati, e a Miami per la Ftaa. Le aziende tessili Usa però sono minacciate da un'inondazione di importazioni dalla Cina. Vanno protette. Le misure sono quindi severe. II segretario al Commercio Don Evan ha annunciato un tetto del 7,5% per le importazioni di reggiseni, gonne e di tessuti utilizzati per fare, per esempio, T-shirt. Nuove quote potranno essere decise il 1� gennaio su T-shirt, vestiti, jeans e biancheria intima, mentre non sono esclusi analoghi provvedimenti a vantaggio dell'industria del mobile, che continua a fare pressioni.
Gli Stati Uniti da tempo lamentano un'applicazione incompleta, e penalizzante per le aziende Usa, delle regole concordate due anni fa. Le stesse misure decise ieri sono autorizzate da accordi firmati da Pechino durante le trattative per l'adesione. «La possibilità di introdurre quei meccanismi di salvaguardia, ha così potuto dire Evans, è uno strumento importante per facilitare la transizione della Cina nella Wto». Non tutte le aziende tessili sono però soddisfatte. «è solo politica, ha detto Laura E. Jones, direttore generale della Association of Importers of Textiles and Apparel. Le importazioni dalla Cina non sono il problema del settore tessile Usa. Il problema è il settore stesso».
Un'azione più ampia e incisiva è stata invece chiesta da Charles Bremer, dell'American Textile Manufacturers Institute: «Se si lascia correre l'industria tessile cinese senza limiti, ucciderà tutti nell'Emisfero occidentale», ha detto. Secondo la American Manufacturers Trade Action Coalition, l'associazione che più di tutte ha insistito perché si introducessero misure di salvaguardia, le importazioni dalla Cina si sono davvero trasformate in un diluvio: nei primi nove mesi di quest'anno sarebbero aumentate in una misura compresa tra il 53% dei reggiseni di cotone e il 141% delle gonne di cotone.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 19/11/03 a cura di Pambianconews