Il confronto tra Lvmh e Morgan Stanley si sposta nelle aule dei Tribunali. E costringe le merchant bank internazionali ad accendere i riflettori sugli esiti del processo parigino. Dopo mesi di contrasti e di accuse reciproche, ieri pomeriggio le due parti hanno esposto le proprie ragioni davanti a tre giudici del Tribunale commerciale di Parigi. La Corte dovrà decidere se il principale gruppo mondiale del lusso abbia ragione nell’accusare la banca americana di averlo deliberatamente danneggiato con l’emissione di report «non veritieri». Nell’azione legale iniziata lo scorso ottobre, il gruppo guidato da Bernard Arnault ha chiesto un risarcimento di 100 milioni di euro.
In sostanza, Lvmh, che ha portato in tribunale l’esame di quattro anni di attività di Morgan Stanley (Ms) sul proprio titolo, accusa il gruppo Usa di aver condizionato l’operato degli analisti a favore del principale competitor, la Gucci, che è tra i maggiori clienti della banca d’affari. Da parte sua, Ms è passata alla controffensiva legale, chiedendo al gruppo francese 10 milioni di danni. Nessuna delle due parti in causa ha mai reso pubblici i particolari della propria posizione. E quello di ieri è stato il primo e sarà l’unico confronto diretto fino alla sentenza, attesa per il 12 gennaio. Sul verdetto ci sono gli occhi puntati dell’intera industria del lusso (nel mirino è finita direttamente Claire Kent, analista di Ms considerata il guru del settore). Soprattutto, ci sono quelli delle investment bank internazionali.
Da New York la Securities Industry Association non commenta in quanto l’affare coinvolge un proprio associato. Tuttavia, è evidente come l’esito della causa interessi in via diretta broker, analisti e investitori internazionali. Quella intentata da Lvmh contro Ms, infatti, è una causa per conflitto di interessi senza precedenti in Europa, soprattutto alla luce dei nomi coinvolti e dell’ammontare dei danni richiesti. Negli Usa, lo scorso anno, le banche di Wall Street (tra cui Ms) pagarono 1,4 miliardi di dollari per archiviare un’inchiesta sui giudizi degli analisti «condizionati» dai rapporti d’affari coi clienti.
Estratto da Finanza&Mercati del 18/11/03 a cura di Pambianconews